tag:blogger.com,1999:blog-32358056142849195622024-02-08T18:35:35.358+01:00EMOZIONIhai voglia di condividere le tue?Tatianahttp://www.blogger.com/profile/07276274215035406103noreply@blogger.comBlogger16125tag:blogger.com,1999:blog-3235805614284919562.post-34224989868061759792008-06-27T14:50:00.004+02:002008-06-27T14:54:49.716+02:00MOSCA. REPORTAGE DALLA A ALLA Z<div align="justify"></div><div align="justify"><strong>A come automobili ed automobilisti.</strong></div><div align="justify"><strong></strong> </div><div align="justify"> </div><div align="justify"><strong></strong></div><div align="justify"></div><div align="justify">Le automobili a Mosca sono diventate oramai onnipresenti e, ahimè, quasi onnipotenti. Sono finiti i tempi d’oro sovietici, quando le strade della capitale sembravano un deserto e i pochi fortunati che possedevano una autovettura o un motociclo potevano godere di comodi e rapidi viaggi senza ingorghi ed inutili nervosismi. Adesso a Mosca guidano tutti, non importa se con la patente regolarmente ottenuta o semplicemente comprata. Le strade, una volta immense, non bastano più a contrastare il boom automobilistico. Le macchine sono davvero tante, troppe e nonostante le strade intasate la gente continua a sceglierle di grossa cilindrata. Già, ai russi piace grande. Grande come il prestigio che pensano di ottenere sfrecciando a tutta velocità su una Jeep, BMW o Mercedes. La maggior parte delle vetture straniere sono usate e risultano inquinanti e rumorose. Poco male, basta che vadano. Il traffico che c’è sulle strade di Mosca è impressionante e non solo nelle ore di punta. Le regole stradali e quelle del buon senso vengono rispettate poco e malvolentieri, creando un vero e proprio “Wild West”. Gli incidenti sono all’ordine del giorno e, purtroppo, anche quelli mortali, che, per la maggior parte dei casi, possono essere evitati usando un minimo di sano ragionamento e di prudenza. I pedoni occupano in tutto questo l’ultimo posto, agli occhi dei guidatori sono praticamente inesistenti. Ogni anno sulle strisce pedonali vengono investite centinaia di persone. Attraversare la strada a Mosca significa correre un autentico rischio di essere uccisi. Gli automobilisti non si fermano quasi mai vedendo un persona sulle strisce pedonali, nemmeno se il pedone si trova a metà strada. E’ inutile sperare che loro rallentino vedendoti avvicinarsi al ciglio della carreggiata, anzi, molto spesso accade esattamente il contrario: accelerano, costringendo il pedone spaventato ad indietreggiare. La situazione negli incroci con semafori non è molto diversa. Al verde per i pedoni non è raro un automobilista che, con una non curante arroganza, cerca di passare a tutti i costi, senza dare la dovuta precedenza. Una volta sono stata testimone della seguente scena: un fiume pedonale si rovescia sulla strada alla luce verde del semaforo, un tram e due furgoncini si fermano, lasciando passare la gente, quando, ad un tratto, da dietro il tram spunta una vettura di grossa cilindrata, il signore che se la trova praticamente addosso rimane illeso solo grazie alla prontezza dei propri riflessi. Il conducente, invece di scusarsi, si mette a gesticolare in modo poco simpatico. Mio marito, un italiano dal temperamento tutt’altro che pacato, reagisce, tirando un forte pugno sul cofano dell’automobile, per l’enorme stupore del conducente, il quale prima si accinge a scendere ma poi si dissuade vedendo la faccia contrariata dello straniero che, indignato, grida in una lingua a lui sconosciuta. I russi guardano leggermente incuriositi, senza tuttavia partecipare od esprimere le proprie emozioni. </div>Tatianahttp://www.blogger.com/profile/07276274215035406103noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3235805614284919562.post-20487701610525003352008-04-30T11:34:00.000+02:002008-04-30T11:35:20.140+02:00MOSCA. REPORTAGE DALLA A ALLA Z<div align="justify"><strong>M come la Metropolitana.<br /></strong><br />La metropolitana di Mosca è una costruzione che merita di essere visitata. Oltre che ad estendersi sotto la città per circa 292 km complessivamente con 12 linee e 176 stazioni in continua espansione, essa rappresenta un vero e proprio museo d’arte. Non esistono due stazioni identiche. Ognuna è dotata di un proprio stile e decoro, suscitando l’ammirazione dei turisti e dei moscoviti stessi. Colonne rivestite di marmo, soffitti dipinti, statue, bassorilievi e persino lampadari di cristallo sono elementi abituali della veste metropolitana.<br />Il mezzo di trasporto urbano ad alta velocità, come viene ufficialmente chiamata la metro di Mosca, è stato aperto nel 1935. Il traffico medio giornaliero ammonta ad oltre 7 milioni di passeggeri, con punte che raggiungono i 9 milioni nei giorni feriali. La metro è sempre affollata, eppure le correnti umane si muovono al ritmo di una invidiabile ed ordinata convinzione del senso di marcia prescelto. La perfetta organizzazione (tranne che per la mancanza di scritte in alfabeto latino) fa sì che tutti sanno perfettamente dove e come andare, guidati da molteplici e precise indicazioni. I treni viaggiano alla velocità media di 40 km/ora, raggiungendo, nelle ore di punta, la frequenza di soli 30 secondi. Tre cose che attirano l’attenzione dei turisti (non più dei moscoviti, oramai abituati a tutto) sono: la presenza nelle stazioni di cambio dei musicisti, talvolta piuttosto bravi, che suonano o cantano eseguendo spesso e volentieri brani di musica classica; i venditori abusivi di fiori, per la gran parte rose; e i mendicanti provvisti o meno di targhette di richieste di aiuto. Un’altra cosa che stupisce sono l’assoluto ordine e pulizia che regnano nella metropolitana, a partire dai muri non imbrattati da disegni e per finire con il pavimento e le scale che vengono costantemente pulite. L’unica eccezione a quanto appena asserito consiste nel fatto che nelle giornate in cui si scioglie la neve quest’ultima viene portata dalle scarpe all’interno della metro, trasformando le scale d’ingresso in fiumi straripanti di acqua e fango.<br />Un biglietto costa all’incirca 0,45 euro e consente di effettuare un numero illimitato di fermate una volta entrati. Come nelle altre città europee, anche qui, oramai, sono apparsi i furbi, che cercano di viaggiare senza biglietto, accodandosi ad un altro passeggero o semplicemente scavalcando le protezioni.<br />Una curiosità: di tanto in tanto capita di vedere cani randagi che dormono accucciati nell’area dei marciapiedi o che addirittura prendono il treno (ovviamente gratis).<br /> </div>Tatianahttp://www.blogger.com/profile/07276274215035406103noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-3235805614284919562.post-68260604427797699962008-04-30T11:31:00.000+02:002008-04-30T11:33:05.594+02:00MOSCA. REPORTAGE DALLA A ALLA Z<div align="justify">Ho vissuto nell’Unione Sovietica per 26 anni di cui 4 anni a Mosca, la Mosca degli anni 90, divenuta il simbolo dei cambiamenti di cui tutti abbiamo sentito parlare, chi più, chi meno.<br />Ora, quasi 10 anni dopo, sono ritornata (e non da turista), cercando di comprendere la città, che nel frattempo ha proseguito nel suo sviluppo, spogliandosi frettolosamente del suo passato comunista come se si trattasse solo di una vecchia vestaglia fuori moda. La città mi appare completamente estranea. E’ come tornare dopo tanti anni a riabbracciare vecchi amici e capire ad un tratto che non si ha più nulla da dire.<br />A Mosca c’è tutto e forse di più; auto di lusso esposte con una indifferente non curanza, appartamenti in centro, con tanto di giardini d’inverno e di piscine private al loro interno, centri commerciali contenenti esclusivamente boutique di alta moda, supermercati con lampadari di cristallo e specchi a soffitto, ma vi sono anche vecchi atri di palazzi residenziali che non hanno mai visto una ristrutturazione dai tempi della caduta del muro, vicoli sporchi e degradati, negozi aperti 24 ore su 24 con prezzi alle stelle…E poi ci sono i moscoviti e non, i forestieri, arrivati non solo da tutta l’immensa madre Russia, ma anche dai paesi europei e dagli Stati Uniti, venuti a cercare la loro America. A Mosca c’è il mondo insomma. <br /><br />Io ho deciso di raccontare questo mondo per mezzo di tanti piccoli acquarelli dipinti su tutto ciò che ho visto, sentito, intuito, vissuto…facendo il gioco dell’alfabeto, come a scuola. E dunque cominciamo…</div>Tatianahttp://www.blogger.com/profile/07276274215035406103noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-3235805614284919562.post-23243615963868976882008-04-07T14:45:00.002+02:002008-04-17T17:33:23.724+02:00Fiaccola olimpica nella scia del sangue di un piccolo popolo dimenticato.<div align="justify">La fiamma olimpica, considerata da sempre un simbolo di pace, continua il suo lungo percorso verso Pechino. Gli sporadici tentativi di boicottare le Olimpiadi, al fine di spingere il governo cinese verso una soluzione pacifica del problema “Tibet”, si ruppero contro l’indifferenza mondiale. Eh già, a chi interessa un piccolo popolo che vive laddove nessun altro riesce a vivere e che non chiede nulla se non di essere lasciato in pace? Un popolo la cui spiritualità rappresenta la sua unica ricchezza, un popolo che da decenni vive orfano del suo capo spirituale costretto ad un lungo esilio in India. Eppure è proprio la sua Santità, il Dalai Lama, il cattivo di turno, colui che riceve le accuse di voler boicottare i Giochi Olimpici! E’ proprio vero allora che il mondo va al contrario?! E come mai le grandi potenze mondiali, sempre così attente ai problemi di democrazia, si limitano a “fare le condoglianze” al popolo tibetano, senza intraprendere alcuna azione concreta in sua difesa? Non è per caso perché la Cina è oramai un grande partner commerciale che fa gola a tutti, mentre il Tibet rappresenta solo un’arida terra senza una minima traccia di petrolio?<br />Poco male: che cosa ci possono offrire i tibetani? La loro povertà? Le condizioni estreme di vita? Una spiritualità fuori dal mondo? Già, proprio così, fuori dal mondo in tutti i sensi. Un mondo che, alla ricerca solamente di “pane e circensis”, continuerà a seguire la scia di sangue apertasi davanti alla fiaccola olimpica per poi, finite le Olimpiadi, dimenticarsi di nuovo del piccolo popolo e del suo crudele destino.<br />D’altro canto c’è chi sostiene che l’occupazione cinese ha portato sviluppo e benefici al Tibet e che a rimetterci (la ricchezza e il potere) sono stati solo i leader religiosi, tra i quali, primo fra tutti il Dalai Lama. Sarà….è che io non riesco a dimenticare un’immagine trasmessa alla tv: i soldati cinesi che sparano alla schiena dei tibetani che cercano di raggiungere, attraverso la catena dell’Himalaia, il Dalai Lama in occasione di una festività religiosa. </div>Tatianahttp://www.blogger.com/profile/07276274215035406103noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-3235805614284919562.post-43167826216097306782008-02-15T10:56:00.001+01:002008-02-15T10:57:19.119+01:00SEI SETTIMANE, UNA VITA. La Storia di un Amore<div align="justify">Nel 1803 il conte Nicolaj Resanov parte a capo della prima spedizione russa circumnavigante il globo che deve mettere una bandiera dello zar sulle coste dell’Alaska e intraprendere il commercio di pellicce preziose con Cina e Giappone.<br />La fame che regna nelle colonie russe in America costringe Resanov, tre anni dopo, a staccarsi dal resto della spedizione e a partire per la California, all’epoca sotto il dominio della Spagna. Il conte, un abile diplomatico, spera di allacciare rapporti commerciali con gli spagnoli, al fine di portare i viveri nella parte russa dell’Alaska. Facendo visita al governatore di San Francisco, Don Argueglio, il nobile conosce sua figlia Concita. I due si innamorano nonostante mille ostacoli e differenze: lui ortodosso e oramai quarantatreenne, lei, la ragazza più bella della California, di soli sedici anni e cattolica. Malgrado i dubbi e le opposizioni della famiglia di lei i due si fidanzano e solo sei settimane dopo la loro conoscenza il conte riparte per la Russia. Deve ottenere il permesso dallo zar per sposare una cattolica. Navigando lungo la costa dell’Alaska Resanov scopre alcune piccole isolette e nomina una di esse con il nome della sua amata. Ancora oggi sulle carte esiste una minuscola isola Argueglio. Durante il lungo attraversamento della Siberia il conte si ammala e muore. Concita per tanto tempo non vuole credere alle dicerie sulla sua morte, continuando ad aspettare il ritorno del fidanzato. Rifiuta altre proposte di matrimonio e trent’anni dopo la partenza dell’amato, avendo finalmente ricevuto le notizie comprovanti la sua morte, prende il voto del silenzio, diventando monaca. Sul luogo dove la giovane spagnola aveva a lungo osservato il mare, aspettando di vedere le vele con la bandiera russa, sorge oggi un piccolo monumento ai due innamorati.</div><div align="justify"><br />Ispirati a questa storia il compositore Aleksej Rybnikov e il poeta Andrei Vosnesenskij hanno creato una rock-opera “Junona e Avos’”.<br />Su <a href="http://www.youtube.com/watch?v=F9_eQTyZ0-g">http://www.youtube.com/watch?v=F9_eQTyZ0-g</a> potete guardare la scena dell’addio del conte russo alla giovane spagnola, ascoltando una delle canzoni più belle e struggenti della rock-opera.<br /> </div>Tatianahttp://www.blogger.com/profile/07276274215035406103noreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-3235805614284919562.post-25021974183507231442008-01-22T17:05:00.000+01:002008-01-22T17:07:00.846+01:00Il Grande Genio<a href="http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/c/c0/Beethovensmall.jpg/200px-Beethovensmall.jpg"><img style="FLOAT: left; MARGIN: 0px 10px 10px 0px; WIDTH: 200px; CURSOR: hand" alt="" src="http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/c/c0/Beethovensmall.jpg/200px-Beethovensmall.jpg" border="0" /></a><br /><br /><div align="justify">Stamattina mentre mi recavo in macchina al lavoro hanno ritrasmesso alla radio il celebre brano pianistico “Per Elisa”, composto dall’immortale Ludwig van Beethoven. L’aveva dedicato ad una sua amata, Teresa Malfatti, i genitori della quale erano opposti categoricamente al loro matrimonio. Beethoven proveniva da una famiglia di modeste origini, ma ciò nonostante si innamorava delle nobili donne che non poteva sposare. Il rifiuto del padre di Teresa provocò nel compositore una profonda delusione. Per via di una calligrafia poco chiara l’editore di Beethoven lesse male il nome, attribuendo al pezzo musicale il titolo con il quale è conosciuto oggi in tutto il mondo. E pensare che all’età di soli 25 anni Ludwig cominciò già a soffrire della terribile sordità, che alla fine sconvolse la sua intera esistenza! Sconvolse ma non pregiudicò la creazione di stupendi brani lasciatici in dono dal grande talento della musica classica. </div><div align="justify"> </div><div align="justify">O forse fu proprio la malattia ad accentuare in Beethoven la sua particolare sensibilità musicale, consentendogli di sentire l’intera orchestra nella sua mente? </div><div align="justify">Non riesco neppure ad immaginarmelo; mi inchino semplicemente davanti al Genio. </div>Tatianahttp://www.blogger.com/profile/07276274215035406103noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-3235805614284919562.post-69514523157934038242008-01-10T14:14:00.000+01:002008-01-10T14:40:13.660+01:00NUOVA PRESENTAZIONE - VINCENZO TOPA<a href="http://www.lulu.com/author/display_thumbnail.php?fCID=451379&fSize=320_&1199971641"><img style="FLOAT: left; MARGIN: 0px 10px 10px 0px; WIDTH: 200px; CURSOR: hand" alt="" src="http://www.lulu.com/author/display_thumbnail.php?fCID=451379&fSize=320_&1199971641" border="0" /></a><br /><br /><a href="http://stores.lulu.com/topenz"></a><br /><br /><br /><br /><br /><div align="justify"><em><span style="color:#993399;">Al ritorno dalle vacanze natalizie riapre anche il mio piccolo salottino. Mi fa molto piacere ospitare oggi Vincenzo Topa che racconta e si racconta attraverso i suoi libri Bambini - Due anni di quadretti di famiglia; Ecco, io sono con voi tutti i giorni - Il Diario di S. Pietroburgo e Un Cantore medita i salmi. </span></em></div><div align="justify"><em><span style="color:#993399;"></span></em></div><div align="justify"><em><span style="color:#993399;">Vincenzo parla di cose semplici e sincere quali famiglia, fede, figli, cose senza le quali la vita non avrebbe alcun senso. E trasmette emozioni, quelle vere, autentiche che ti fanno anche piangere, ma sono lacrime buone, lacrime che ti purificano il cuore e ne abbiamo tanto bisogno... Lascio a lui la parola:</span></em></div><div align="justify"><em><span style="color:#993399;"></span></em> </div><div align="justify"></div><div align="justify">Mi presento: mi chiamo Vincenzo Topa, classe 1960. Sono sposato con Valeria. Abbiamo un figlio, Vlad. Sono agronomo e, nella vita, mi occupo di… fiori! Sono infatti specializzato in floricoltura e seguo una serie di aziende florovivaistiche della provincia di Napoli.<br />Fin dalla scuola Elementare ricordo che mi piaceva scrivere. Per la mia età scrivevo anche benino. La cosa è continuata alle scuole Medie e Superiori dove, con la maggiore età, iniziai a diffidare della scrittura che, per come veniva proposta, nei cosiddetti temi, mi iniziò a sembrare un puro esercizio retorico. Così, durante l’Università smisi di scrivere del tutto. Suono fin da piccolo la chitarra. Preferii continuare ad esercitare la mia fantasia componendo qualche canzone (da utilizzare più che altro per far colpo su qualche ragazza). In effetti brancolavo senza equilibri tra indiani metropolitani e ribellioni più o meno confuse a tutto ciò che avesse anche solo la parvenza di una autorità. L’immagine stessa dell’amore, nell’adolescenza ancora così bella e pura dentro di me, si deteriorò progressivamente diventando un coacervo di possessività, prevaricazione, lotta… Molti macelli ho combinato in quegli anni.<br />Con il matrimonio, però, e le successive vicissitudini (che potrete conoscere leggendo almeno due dei miei libri: “Ecco, io sono con voi tutti i giorni” e “Bambini”), molte cose sono cambiate nella mia vita. Soprattutto c’è stato l’incontro con una persona dimenticata per tanto tempo, la Persona più importante della mia vita: Gesù Cristo. Una persona, un asse, intorno al quale la mia vita, che era diventata veramente scumbinata, come si dice a Napoli, ha ripreso a girare correttamente. Certo, sono una testa dura, e spesso cerco di nuovo nel mio ego l’asse di rotazione. Però, ora, so che non sono io la Verità, e sperimento giorno dopo giorno la bellezza di questo “senso” profondo che c’è nella mia vita e in quella di tutti i fratelli che mi stanno attorno, la mia comunità.<br />Così ho ripreso a scrivere, ritrovandone il senso. Non più per trasmettere qualcosa di mio, ma per trasmettere qualcosa che sento essermi stata regalata gratuitamente, senza alcun merito. Per presentare a chi legge una Persona importante, una Persona che dona uno Spirito vivificante. Infatti se vuoi trovare Cristo, la bellezza e la felicità alla quale ognuno di noi sente di essere chiamato, lo trovi accanto a te in tutte le piccole cose della giornata, accanto a te nei fratelli di una comunità cristiana, accanto a te nella madre Chiesa. Provare per credere.<br />Un saluto a tutti. Spero di non essere stato troppo “pesante”, ma vi assicuro di aver parlato “dal cuore”.</div><div align="justify"><br /><em><span style="color:#993399;">La vetrina virtuale di Vincenzo si trova su: </span><a href="http://stores.lulu.com/topenz"><span style="color:#993399;">http://stores.lulu.com/topenz</span></a><span style="color:#993399;"><br /></span></em><br /></div>Tatianahttp://www.blogger.com/profile/07276274215035406103noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-3235805614284919562.post-90593108005905546042007-12-14T12:08:00.000+01:002008-01-10T14:30:42.406+01:00RECENSIONI. Opere di Elisabetta Modena<p align="justify"><span style="color:#666666;">Ho deciso di postare, oltre alla presentazione delle opere letterarie dei miei colleghi di penna, anche alcune recensioni spontanee pervenute da parte di coloro che hanno letto ed apprezzato i libri qui presentati.</span></p><p align="justify"><span style="color:#666666;">Comincio da Elisabetta Modena e dai suoi due libri: La Punta di Diamante che fa parte della trilogia Il 74° Libro e Una Storia Semplice ed altri racconti.</span><br /></p><strong></strong><br /><p></p><p align="justify"><strong><span style="color:#cc0000;">LA PUNTA DI DIAMANTE</span></strong></p><p align="justify"><strong></strong><strong>(<a href="http://www.lulu.com/content/1218786">http://www.lulu.com/content/1218786</a>)</strong><br /><br /><em>"Nell'opera è presente una buona conoscenza (per quanto ne so io al riguardo) biblico-teologica. Inoltre esso ha un buon incipit, non prolisso, certamente da te studiato con attenzione, come sempre si deve fare.E' interessante la proiezione sullo schermo del futuro prossimo d'una situazione che, per certi aspetti, mi sembra già l'attuale.Buona è l'idea lungo la quale l'opera si svolge e buone, perché destano interesse, sono certe parti; sarebbe bene però, a mio parere, limare moltissimo e non solo in vista dell'eventuale pubblicazione del romanzo intero, in quanto i romanzi troppo lunghi non attirano, di solito, il lettore contemporaneo. Il romanzo è d'avventura, dunque si rivolge a certi lettori soprattutto, il normale lettore di oggi, soprattutto se giovane, non le apprezzi poi molto certe cose, purtroppo: egli vuole in primo luogo azione; e se l'autore desidera, di fondo, evangelizzare con un romanzo d'avventura, bisogna che metta in primissimo piano l'azione stessa eccitando il più possibile la curiosità e infilando qua e là, funzionalmente, s'intende, non artificiosamente, il Vangelo".</em> (Guido Pagliarino, 30 novembre)</p><p align="justify"><br /></p><div align="justify"><strong><span style="color:#cc0000;">UNA STORIA SEMPLICE ED ALTRI RACCONTI</span></strong></div><div align="justify"><strong>(<a href="http://www.lulu.com/content/1265099">http://www.lulu.com/content/1265099</a>)</strong><br /><strong></strong><br /><em>"Un libro di racconti sinceri e scorrevoli. E' facile riconoscersi nei personaggi e nelle loro vicissitudini. Ottima la cura dei particolari con i quali si creano personaggi e luoghi che diventano, a mio parere, molto credibili e reali. E un grazie sincero ad Elisabetta per il ritorno agli "eterni" valori e ai sentimenti genuini di cui abbiamo tutti bisogno."</em><br /></div><div align="justify"><em>"Ritorno a rileggere questo racconto (Uno Scatto per Amore) e mi stupisco nuovamente: l'autrice ha una capacità incredibile di descrivere. Il racconto sembra un quadro d'epoca, dipinto con poche abili pennellate. Pittoresco, caldo di sensazioni, elegante! Mi sembra di conoscerla, quella casa nella Laguna... ."</em>(Tatiana Kaptchevskaia, 22 ottobre e 9 novembre)</div><br /><br /><div align="justify"><em>"Ho letto il tuo libro tra ieri sera e sta mattina questo è già indice del fatto che l'ho gradito molto! Molto molto scorrevole, la storia anche nella sua semplicità manda a segno molte frecce sia sulla Cristianità che sull'amore quello vero! Forse avrei meglio approfondito le ultime battute quando lei dice a Luca di esser incinta probabilmente di Ettore! Per il resto che dire lo straconsiglio a tutti gli amanti dei romanzi rosa!</em>"(Giovanni Micolucci, 16 ottobre)</div>Tatianahttp://www.blogger.com/profile/07276274215035406103noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-3235805614284919562.post-7676659080005710362007-12-11T10:11:00.000+01:002007-12-11T10:39:44.081+01:00Presentazione de Il 74° Libro - Intervista immaginaria da parte di un lettore<a href="http://www.lulu.com/author/display_thumbnail.php?fCID=1218786&fSize=320_&1197365454"><img style="FLOAT: left; MARGIN: 0px 10px 10px 0px; WIDTH: 200px; CURSOR: hand" alt="" src="http://www.lulu.com/author/display_thumbnail.php?fCID=1218786&fSize=320_&1197365454" border="0" /></a><br /><div><a href="http://www.lulu.com/author/display_thumbnail.php?fCID=1218786&fSize=320_&1197365454"></a><br /><br /><div align="justify"><em><span style="color:#993399;">Oggi offro lo spazio del mio salottino a Elisabetta Modena, mia cara amica, mamma di tre splendidi bimbi, moglie e, nonostante pochissimo tempo libero, scrittrice di appassionanti e sincere storie. Elisabetta si racconta attraverso un'immaginaria intervista da parte di un lettore. </span></em></div><br /><div align="justify"></div><div align="justify">Quando hai incominciato a scrivere?<br />Intorno ai quindici anni, dopo aver letto Orgoglio e Pregiudizio. Mi sono talmente innamorata dei personaggi che ho deciso che anch’io avrei scritto storie così belle. Purtroppo all’epoca non avevo in me la fiducia sufficiente a produrre pezzi accettabili. Alla fine ho cominciato a scrivere veramente solo aull’Università.<br />Il primo libro scritto?<br />Avrei voluto che il mio primo romanzo fosse stato un romanzo d’amore. Fin dai banchi dell’Università, quando ho conosciuto colui che poi sarebbe diventato mio marito, sentii chiaro dentro di me che l’amore è un sentimento da proteggere, preservare, custodire ed aumentare tutti i giorni, come descrive benissimo Tatiana nel suo romanzo: Un nuovo inizio.<br />Di fatti iniziai la stesura de La Certosa di Firenze, tuttora nell’hard disk del mio portatile. Ne ho scritto circa un quarto, dopodichè mi arenai sia per la complessità dei personaggi creati, sia per l’urgenza di iniziare la trilogia. Non vedo l’ora di finire l’opera comunque!<br />Di cosa parla La Certosa di Firenze?<br />Di una crisi matrimoniale, e del modo in cui i due giovani sposi la superano. Incontrando Cristo.<br />Difficile tema per essere un primo romanzo!<br />Sì, ma l’ispirazione è l’ispirazione.<br />Quindi hai messo da parte la Certosa per scrivere il primo volume della trilogia?<br />In realtà parallelamente alla trilogia ho portato avanti i racconti, per farli leggere in giro ed inviarli ai concorsi.<br />Il primo scritto è stato Una storia semplice. E’ arrivato secondo ad un concorso!<br />E poi?<br />Poi sono arrivati L’eterno ritorno dell’uguale, appena pubblicato sul numero odierno di Future Shock; Uno scatto per amore, arrivato primo ad un altro concorso, e Miracolo di Natale.<br />Adesso ho appena terminato di scrivere una favola di Natale per bambini: Carlino, l’albero di Natale e la palla magica.<br />Parlami della trilogia.<br />La trilogia mi si è concepita subito davanti come la conoscete; tre volumi, divisi nei rispettivi luoghi di ambientazione: Roma, Turchia e Gerusalemme.<br />Volevo parlare dell’Europa che sta abbandonando le sue radici cristiane, e della fede in Cristo come unica possibilità di salvezza per l’identità dell’Europa e per la pacifica coesistenza dei popoli tra di loro. Come vede non mi sono proposta una storia semplice…<br />Sei soddisfatta del primo volume?<br />Sì, ho impiegato cinque anni per scriverlo. Ho pregato tanto mentre scrivevo, e soprattutto l’ho ri-scritto almeno una mezza dozzina di volte. Ho dovuto imparare a levigare lo stile e a non essere prolissa, tutt’ora c’è qualche aggiustamento che vorrei fare. E poi mi sono concentrata tanto sulla storia e sui personaggi: se non funzionano quelli, il libro non decolla.<br />Il titolo come ti è venuto?<br />La punta di diamante è una metafora: significa che il gruppo che lavora alla traduzione della Lettera di San Paolo Apostolo ritrovata è il meglio che ci sia in circolazione, è un gruppo d’elite come i corpi speciali!<br />Puoi farci un riassunto del libro?<br />Gli eventi centrali del romanzo sono due: le Stelle Spezzate e la lettera di San Paolo Apostolo ritrovata dopo essere stata perduta. In mezzo a questi due eventi si modella lentamente un gruppo di persone eterogenee tra loro, persone comuni (non professionisti), il cui compito è quello di scoprire l’autenticità o meno della lettera; inevitabilmente si troveranno coinvolti nei piani delle Stelle Spezzate.<br />Ed il secondo volume della trilogia? Puoi anticipare qualcosa?<br />E’ già quasi tutto scritto, ma devo revisionarlo. Lo pubblicherò l’anno prossimo. S’intitola: Il crollo dell’Unione.<br />Affascinante!<br />Eh sì, non c’è che dire…<br />Racconta che l’Unione Europea così come la conosciamo ora crollerà? E’ tremendo…<br />Non proprio… però succederà qualcosa del genere. Ma non svelo nulla!<br />Quanto tempo dedichi ogni giorno alla scrittura?<br />Almeno un’ora al giorno, più che altro la mattina mentre i bimbi sono a scuola.<br />Fai prima le faccende di casa e poi scrivi, o il contrario?<br />Mi vergogno a dirlo, ma prima scrivo, poi mi precipito a pulire la casa e a cucinare. Sono una frana…<br />Cosa significa per te la scrittura?<br />Comunicazione. Esprimo me stessa. E’ stupendo creare una cosa viva come la pagina scritta dal nulla!<br />La tua famiglia è felice che scrivi?<br />Sì. Mio figlio Giuseppe, il primogenito, ha appena finito di scrivere un racconto di aerei! Non è incredibile? E’ proprio vero che i figli ci guardano e a volte ci copiano! Mio marito poi mi corregge le bozze. Anzi, approffitto dell’occasione per ringraziarlo!<br />Il libro più bello che hai letto?<br />Mah, forse Guerra e Pace, adoro gli scrittori russi; poi quelli delle scrittrici inglesi (Austen, le sorelle Bronte…), I miserabili di V. Hugo, I Promessi Sposi… ce ne sono così tanti! </div><br /><div align="justify"></div><div align="justify"></div><div align="justify"></div><div align="justify"><em><span style="color:#993399;">Per chi volesse sapere di più e/o acquistare il libro ecco il link alla vetrina della scrittrice:</span></em></div><br /><div align="justify"><a href="http://www.lulu.com/content/1218786"><em><span style="color:#993399;">http://www.lulu.com/content/1218786</span></em></a><em><span style="color:#993399;"><br /></span></em></div></div>Tatianahttp://www.blogger.com/profile/07276274215035406103noreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-3235805614284919562.post-7394470525110005892007-11-22T18:23:00.000+01:002007-12-11T10:45:27.601+01:00PRESENTAZIONE DI UN GIOVANE AUTORE<a href="http://www.lulu.com/author/display_thumbnail.php?fCID=1311558&fSize=320_&1197366134"><img style="FLOAT: left; MARGIN: 0px 10px 10px 0px; WIDTH: 200px; CURSOR: hand" alt="" src="http://www.lulu.com/author/display_thumbnail.php?fCID=1311558&fSize=320_&1197366134" border="0" /></a><br /><div align="justify"><em><span style="color:#993399;">Oggi ospito nel mio "salottino" un giovane autore emergente che scrive le sue opere, a suo dire, con la voglia di regalare emozioni e noi siamo qui proprio per questo, per emozionarci! Lascio a lui la parola:</span></em></div><br /><div align="justify"></div><div align="justify"><em><span style="color:#993399;"></span></em></div><div align="justify"></div><div align="justify">Mi chiamo <strong>Giovanni Micolucci</strong> 27 anni nella vita faccio il ricercatore nel campo delle telcomunicazioni(che parolone?), chi mi conosce da poco rimane sempre stupito quando scopre che dietro un ragazzo con occhiali sempre appannati, amante della tecnologia, si nasconde un vero cultore dell'arte, della natura e soprattutto dell'espressione in ogni sua forma! Io amo stupire(perché è una delle emozioni più forti) non posso negarlo, ed è questo il tema fondamentale che tutti i miei testi vogliono suscitare: "emozioni" mandando chiare accuse verso: "Egoismo, Ipocrisia e Pregiudizio"!<br />Il libro che voglio presentarvi è <strong>Perfetto Sconosciuto</strong>, è un romanzo breve ma ricolmo di significati, accuse verso la nostra società e in tema al mio stile parla proprio del pregiudizio!<br />Il suo nome è Daniele, fisico asciutto e carnagione bianca formaggino. I denti dritti e talmente lucidi che ti ci puoi specchiare sopra, occhi blu grossi e lucenti forse anche un po’ accentuati da quel paio di occhialoni spessi. Ha sempre con se una radiolina di quelle portatili, cuffiette nel taschino sinistro del giubbotto e non potrebbe mai mancare al suo fianco, il suo unico mezzo di locomozione, che non siano i suoi piedi: la fidata mountainbike, nonché incarnazione del suo desiderio sessuale!<br />Daniele è un personaggio del quale non finirei mai di parlare, lo sento quasi vero perchè nonostante la vita gli ha detto di "no" sin dalla nascita è riuscito a crearsi un suo mondo fatto di immagini e valori (oggi scomparsi) e dalle vicende a dir poco roccambolesche! Sebbene sia frutto della mia immaginazione lo sentivo vivo mentre scrivevo, non tanto perchè mi ritrovavo con i suoi pensieri e i suoi modi di vedere il mondo, ma più che altro perchè cambiando i punti di vista di molte situazioni ci si rende conto come sia facile lasciarsi ingannare dalle immagini e come la fantasia e la voglia di comunicare sia infine il mezzo attraverso il quale affrontare l'inganno della società attuale!<br />Mi sento di consigliare questo romanzo breve a tutti ma in particolar modo ai ragazzi perchè imparino a rispettare nelle differenze chi gli stia vicino! </div><div align="justify"><br /><strong><span style="color:#993399;"><em>Andate a curiosare direttamente nella vetrina virtuale dell'autore: </em></span></strong></div><div align="justify"><strong><em><span style="color:#993399;"><a href="http://ww.lulu.com/content/1311558">http://ww.lulu.com/content/1311558</a></span></em></strong></div><div align="justify"><strong><em><span style="color:#993399;"></span></em></strong> </div><br /><div align="justify"><strong><span style="color:#993399;"></span></strong></div><div align="justify"><strong><span style="color:#993399;"></span></strong> </div>Tatianahttp://www.blogger.com/profile/07276274215035406103noreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-3235805614284919562.post-48874137110206511142007-11-14T18:00:00.000+01:002007-11-14T18:01:33.308+01:00SAPERE CHE IL PROPRIO BAMBINO STA BENE: È QUESTA LA FELICITÀ DI UNA MAMMA.<div align="justify">Questo post lo voglio dedicare ad una donna molto speciale, una giovane mamma conosciuta neanche da un anno, ma da subito vista diversa, speciale appunto, per via del suo bellissimo sorriso e per la generosità con cui lo donava alle persone attorno. Quando lei entrava in una stanza il mondo intero sorrideva assieme a lei. Perché ne parlo al passato? Perché, ahimè, il suo meraviglioso sorriso è stato oscurato da un dolore che nessuna mamma dovrebbe mai e poi mai provare: il dolore terribile nell’apprendere che tuo figlio non sta bene. Tutti i bambini sono bellissimi, ma il suo lo è ancora di più: il visino dolce, le guancette paffute, due occhioni enormi spalancati sul mondo, sul mondo in cui vive in silenzio. Lui è un piccolo angelo, fragile ed indifeso che cerca appoggio nella sua mamma, alla quale non è permesso nemmeno di piangere. Non davanti a lui almeno, lei deve resistere, lei è la sua forza, lei e il suo immancabile sorriso che riserva a lui, al suo piccolo tesoro. Questa giovane mamma lotta come una leonessa, con unghie e denti, per il suo cucciolo e poi piange con il cuore, quando nessuno la vede. Eppure ha bisogno anche lei di un sostegno. So che le parole non possono guarire il suo bambino, ma spero che possano darle almeno un poco della forza necessaria per andare avanti. So anche che il 20 di novembre è una data molto importante per loro e voglio farle sapere che io ci sono, come ci sono altri suoi amici, gente che le vuole bene, la pensa e che spera che vada tutto per il meglio.<br />Se, come me, credete che anche con lo spirito si possa aiutare, se non altro a infondere la speranza, mandate anche voi una parola di incoraggiamento alla mia amica.<br /><br />In bocca al lupo, Luci!</div>Tatianahttp://www.blogger.com/profile/07276274215035406103noreply@blogger.com11tag:blogger.com,1999:blog-3235805614284919562.post-65209221496456754932007-11-08T10:06:00.000+01:002007-11-09T16:15:13.856+01:00FIOCCO DI NEVE - III PARTE<div align="justify">“I tuoi occhi, due smeraldi che mi hanno fissato per tutto il tragitto. Mi sono sentito perso, non ce l’ho fatta a resisterti... Ti prometto che andrà tutto bene. Tornerò. Non posso non tornare!”<br />Di controvoglia abbassò le mani e si spostò, lasciandola andare, piccola e smarrita, al centro del cucinino diventato all’improvviso insopportabilmente grande.<br />Due sguardi, quattro occhi, un’anima, una per due, per l’eternità…Quanti attimi di quell’eternità erano ancora riservati a loro? Si chiese lui, oramai sfatto. Si riavvicinò di nuovo, brusco ed impacciato, tese una mano, sfiorandole i capelli, soffici come la prima neve, ed uscì di casa senza voltarsi.<br />Lei ascoltò i suoi passi sulla scala, finché non ne svanì anche l’ultimo debole rumore, dopodiché lanciò uno sguardo fuori dalla finestra.<br />La terra aveva perduto la sua surreale battaglia, concedendosi nelle soffici mani dei piccoli fiocchi di neve, che la avvolgevano, oramai completamente, in uno stupendo manto regale. Il mondo sapeva di magia, il re candore aveva finalmente conquistato la sua sposa e tutto si era azzittito, vibrando in un solenne silenzio. La terra si contemplava nella sua nuova veste e quei piccoli paggi di fiocchi di neve si prostravano ai suoi piedi, in uno slancio di ammirazione.<br />La donna sorrise. Adesso era sicura che tutto sarebbe andato per il meglio. I fiocchi di neve erano divenuti per lei un talismano di speranza. La speranza che risuonava nel suo cuore con una semplice frase.<br />“Tornerà. E tutto sarà come prima”.<br />....Fine</div>Tatianahttp://www.blogger.com/profile/07276274215035406103noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-3235805614284919562.post-70546478519306686242007-11-05T14:37:00.001+01:002007-11-05T14:44:04.617+01:00IL FIOCCO DI NEVE II Parte<div align="justify">Oggi Vi propongo la continuazione del racconto Il Fiocco di Neve cominciato qualche giorno fa.<br /><br />II Parte.<br /><br />“Devo, lo sai. Hanno bisogno di me”.<br />“Lo so. Ma è pericoloso! E poi anch’io ho bisogno di te!” soffocò il pianto disperato, sapeva che lo sconvolgevano le lacrime. “Sono il tuo fiocco di neve. Senza di te perisco. Guarda, lui senza il freddo non resiste, svanisce nel nulla. E così pure io se tu non sei con me”.<br />“Tornerò e sarà tutto come prima”.<br />L’uomo sembrava una roccia nei suoi confronti, alto, robusto, spalle larghe, e lei, una fragile betulla, aveva paura per lui. Ma lui non sapeva parlarle, non sapeva spiegare che era lei la sua forza, il suo coraggio, la sua sicurezza. Piccola donna, grande amore. Lui aveva una missione da compiere e non poteva mancare al suo dovere. C’era gente, tante gente innocente che sperava nel suo aiuto, ma gli si stringeva il cuore nel vedere lei così spaventata ed indifesa.<br />La congiunse a sé in un disperato gesto di sconforto e lei sparì nel suo largo torace, tra le muscolose ma tenere braccia. Sembrava che non respirasse nemmeno, intenta ad assorbire quel poco che le restava di lui.<br />L’uomo piangeva, per la prima volta nella vita. Era una sensazione sconvolgente, sconcertante per lui che aveva sempre pensato di poter resistere a qualunque emozione, a qualunque debolezza. Nulla al mondo avrebbe potuto far breccia nella sua capacità di autocontrollo. Lei, minuta e tanto leggera da poter essere sollevata con una mano, ruppe le sue certezze con una sola lacrima.<br />“Ti ricordi come tutto è iniziato?” chiese lui, continuando a stringerla tra le braccia; non voleva turbarla con le lacrime. “I tuoi occhi nella folla…mi avevi catturato decidendo per te e per me in un attimo solo. Per me che non sapevo nemmeno che potesse esistere tutto questo, anche questo. Non dovevo neppure esserci a quella fermata. Non era previsto”.<br />“Non potevo lasciarti andare. Non me lo sarei mai perdonato”. Lei si mosse, staccando la testa dalle sue spalle e lo guardò sorridendo. “Ho capito subito che da quel momento non sarebbero più esistiti né tu né io, ma solamente noi”.<br /><br />...continua</div>Tatianahttp://www.blogger.com/profile/07276274215035406103noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-3235805614284919562.post-61334146786783735872007-10-29T10:49:00.000+01:002007-10-29T15:42:39.977+01:00LA PRIMA NEVE (Il Fiocco di Neve)<div align="justify">L'estate oramai ci ha salutati lasciando posto ai primi freddi, alle gelate notturne e anche a qualche timida nevicata.</div><div align="justify">Guardando in televisione le immagini della prima neve, mi sono tornati in mente i ricordi di quando ero ancora una ragazzina e vivevo in Russia. La prima nevicata suscitava in me sensazioni bellissimie, donandomi la serenità e il buon umore. Prendere in mano una manciata di neve, ancora candida e particolarmente soffice, costituiva per me un rituale al quale non potevo rinunciare, da quando ero una bambina.</div><div align="justify">La prima neve da sempre rappresentava per me una luce, una gioia, una speranza.</div><div align="justify">Tali riflessioni mi hanno ispirato ad un brevissimo racconto che Vi propongo di seguito. E se volete condividere i Vs. ricordi e le Vs. sensazioni riguardanti la neve, Vi aspetto, come sempre, nel mio caldo salottino.</div><div align="justify"></div><div align="justify"></div><div align="center"><strong>Fiocco di Neve. I Parte.</strong></div><div align="center"><strong></strong></div><div align="center"><em><span style="color:#993399;">Aspettami e io tornerò,<br />Aspettami intensamente…<br />Evghenij Simonov</span></em></div><div align="center"><em></em></div><div align="justify"></div><div align="justify">Nevicava. Il tepore regnante nel piccolo cucinino rivestito di piastrelle marron glacé invocava ad accucciarsi tra i morbidi cuscini sul divanetto, con un libro in mano e a non curarsi neanche minimamente dei primi geli e dei perfidi ululati del vento che provenivano da fuori.<br />La ragazza, gracile e sottile come una giovane betulla, stava invece guardando fuori dalla finestra, apparentemente indifferente al calore dell’accogliente ambientino, come se fosse incantata dalla magica danza bianca. Una nevicata così non si vedeva da tanto tempo da quelle parti. Una fitta cascata di soffici fiocchi scendeva sulla terra, implacabile nella sua tenacia. Ma la terra, conservando ancora un vago ricordo dell’estivo tepore, si ribellava con tutta se stessa ad una tale invasione.<br />La donna, in preda a qualche bizzarra ostinazione, sceglieva un fiocco di neve dopo l’altro, per seguire il suo percorso, cercando di discernere l’elaborata composizione a cristalli. I fiocchi di neve, come un esercito sconosciuto, avanzavano senza indugi, cercando di sottomettere il mondo alla loro forza nivea. Gli alberi e i cespugli, rassegnati ad un’imminente sconfitta, prestavano i loro rami ai nuovi arrivati, vestendosi, infine compiaciuti, di lucente candore. Solamente la terra non voleva ancora cedere senza capire che il nuovo manto avrebbe soltanto giovato alla sua lampante bellezza. I fiocchi di neve, soffici, candidi, immacolati nella loro autenticità, sfioravano il grigiore ribelle e perivano, per essere sostituiti subito dopo dai loro tenaci fratelli.<br />Quando anche l’ultimo dei prescelti toccò la terra e, dopo solo un istante di gioia per esserci arrivato, si sciolse in una piccola disperata macchia acquosa, lei sospirò e si girò verso un uomo che era stato per tutto quel tempo in silenzio accanto a lei.<br />“Mi penserai?” gli chiese con voce spezzata.<br />“Tutti i giorni”.<br />“E di notte?”<br />“Ti sognerò. Danzeremo insieme sulla Via Lattea e miriadi di stelle suoneranno per noi nell’orchestra dell’universo”.<br />“E dopo? Cosa ci sarà dopo?”<br />“Ci saremo di nuovo io e te e … la neve”.<br />Lei ebbe un brivido, come se all’improvviso la stanza si fosse riempita di ghiaccio.<br />“Devi proprio partire? Perché non resti con me?” implorò...</div><div align="justify"></div><div align="justify"><em>...continua prossimamente</em></div><div align="justify"></div><div align="justify"><em></em></div><div align="justify"></div>Tatianahttp://www.blogger.com/profile/07276274215035406103noreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-3235805614284919562.post-63160180943806715842007-10-23T14:18:00.000+02:002007-10-26T17:58:22.631+02:00Guerra e Pace. Che emozioni suscita?Guerra e Pace di Lev Tolstoj, Guerra e Pace su RAI 1.<br /><div align="justify">Pensate che le emozioni che traspirano dal romanzo siano ben dipinte anche nel film o, come spesso, succede, al film manchi qualcosa? A dire il vero mancherebbero tante cose considerando i quattro volumi del libro...</div><div align="justify"></div><div align="justify">L'atmosfera regnante nelle alti classi della aristocratica società russa è quella del divertimento senza limiti. I nobili con una quasi totale mancanza di nobiltà d'animo. Soldi, interessi materiali, amori sperati e mal visti...</div><div align="justify"></div><div align="justify">Il principe Andrej è una pecora nera o solo, come direbbero oggi, un uomo annoiato e depresso, non capace di impegnarsi nemmeno quando si innamora? E Natasha? A prima vista così schietta e spontanea, genuina, sincera...che infine dà più peso alle sterili lusinghe dell'affascinante Anatol' delusa dai silenzi amorosi del fidanzato? E questo sarebbe il grande amore?!</div><div align="justify"></div>La mia è una provocazione? Forse.<br /><br />Parliamone!Tatianahttp://www.blogger.com/profile/07276274215035406103noreply@blogger.com16tag:blogger.com,1999:blog-3235805614284919562.post-60964337624430096312007-10-22T11:46:00.000+02:002007-10-29T17:48:03.534+01:00Salve a tutti!<br /><br /><div align="justify">Mi presento: mi chiamo Tatiana, sono bielorussa, abito in Italia da più di otto anni.</div><div align="justify"></div><div align="justify">Faccio la traduttrice e nel tempo libero mi piace scrivere. Ritengo che la nostra vita sia troppo caotica, fuggiasca e spesso ingrata e che, a forza di correre e rincorrere traguardi sempre più impegnativi, dimentichiamo di fermarci un attimo e non riusciamo più a commuoverci, a emozionarci.</div><div align="justify"></div><div align="justify">Che cos'è un'emozione? Ognuno di noi avrà una propria definizione: il sorriso di un bambino, una melodia, le pagine preferite di un romanzo, una poesia, lo sguardo docile di un cane, un fiore sotto la finestra... </div><div align="justify"></div><div align="justify">E allora, emozioni, sentimenti, movimenti dell'anima, esperienze - questi saranno gli argomenti dei nostri post. Potremo condividere le nostre storie d'amore, speranze e illusioni, potremo chiedere e dare consigli, o semplicemente sfogarci, trovare dei nuovi amici, gente che la pensa come noi. </div><div align="justify">Potremo condividere i libri che ci hanno commosso, discutere i film che ci hanno appassionato, insomma parlare liberamente di quello che abbiamo nel cuore. L'unica parola chiave è EMOZIONI.</div><div align="justify">Vi aspetto!!! </div>Tatianahttp://www.blogger.com/profile/07276274215035406103noreply@blogger.com3